La direttiva case green è un argomento di grande attualità e interesse, in quanto rappresenta una delle principali iniziative dell’Unione Europea per promuovere l’efficienza energetica dell’edilizia e la sostenibilità ambientale.
Pubblicata l’8 maggio 2024 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, è entrata in vigore il 28 maggio. Adesso, gli Stati membri – Italia compresa – avranno 2 anni di tempo per recepire i contenuti. Alcune misure, però, dovrebbero essere adottate già nei prossimi mesi.
Questa direttiva impone scadenze precise per la riqualificazione energetica degli edifici, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 dell’intero parco immobiliare europeo entro il 2050 e migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa sono le case green e cosa prevede la direttiva europea, quali sono le scadenze da rispettare e quali sanzioni sono previste per chi non si adegua.
Cosa prevede la direttiva Case Green?
La direttiva UE 2024/1275, nota anche come direttiva EPDB (Energy Performance of Building Directive) segna un passo importante nelle politiche energetiche europee.
Parte del pacchetto di riforme Fit for 55, il provvedimento mira a promuovere la riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati in tutta Europa, al fine di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 nei 27 Stati membri, incentivando le fonti rinnovabili.
Contesto attuale
Ad oggi, il 35% degli edifici nell’UE ha più di 50 anni e quasi il 75% è inefficiente dal punto di vista energetico. Il tasso medio annuo di rinnovamento energetico è di circa l’1%, un valore molto basso.
La situazione italiana
Secondo l’ultimo Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici dell’ENEA, circa il 60% degli edifici in Italia ha un’età avanzata (in media 59 anni) e la classe energetica delle case è scarsa (F o G).
Macro-obiettivi della direttiva
La direttiva punta a migliorare la classe energetica delle abitazioni nell’Unione Europea. Tutte le case dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. Prioritario è l’intervento sul 15% degli edifici più energivori in ogni Stato membro, classificati nella classe energetica G (la più bassa). Le misure di riqualificazione includeranno la sostituzione degli impianti di riscaldamento con sistemi più efficienti e l’installazione di pannelli solari.
Piani nazionali di ristrutturazione edilizia
Ogni Stato membro dovrà sviluppare un piano nazionale di ristrutturazione per edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati. Questi piani dovranno includere tappe e obiettivi intermedi per il 2030, 2035 e 2040. Il piano dovrà essere approvato entro il 2026 e aggiornato ogni 5 anni.
Strategia di riqualificazione
La direttiva distingue gli impegni di efficientamento energetico tra edifici residenziali e non residenziali.
Edifici residenziali
- Riduzione del consumo di energia primaria in kWh/(m²anno): del 16% rispetto ai livelli attuali entro il 2030. Mentre del 20-22% entro il 2035;
Edifici non residenziali
- Obblighi di ristrutturazione: almeno il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche entro il 2030. E almeno il 26% dello stesso tipo di edifici entro il 2033.
Almeno il 55% della riduzione del consumo di energia primaria deve essere ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche (il 43% degli edifici con le prestazioni energetiche più basse).
La quantificazione precisa degli edifici da ristrutturare saranno definiti durante il recepimento nazionale della direttiva.
Esenzioni dagli obblighi di ristrutturazione
Sia per gli edifici residenziali che per quelli non residenziali, la Direttiva prevede una serie di possibili esenzioni dagli obblighi di ristrutturazione. Gli Stati membri decideranno quali esenzioni applicare durante il recepimento della direttiva. Tra i possibili immobili esclusi vi sono:
- Monumenti;
- Edifici con particolare valore storico e architettonico;
- Chiese e altri luoghi di culto;
- Edifici a uso temporaneo;
- Seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno;
- Abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri;
- Edifici agricoli.
Come vedremo meglio in seguito, la direttiva include obiettivi intermedi meno rigorosi e scadenze più lunghe, che arrivano fino al 2050. Gli obiettivi intermedi saranno stabiliti in base al patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alle strategie di ristrutturazione di ciascun Paese.
Scadenze Case green e sanzioni per il mancato adeguamento: cosa c’è da sapere
Le scadenze imposte dalla direttiva Epdb sono stringenti e richiedono interventi tempestivi per arrivare a quello è l’obiettivo primario: ovvero azzerare le emissioni di C02 di tutto il parco immobiliare europeo entro il 2050.
Con la direttiva Case Green, infatti, l’Unione Europea intende ridurre le emissioni nocive del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050.
Per raggiungere questi obiettivi:
- Tutti gli edifici di nuova costruzione devono diventare case green entro il 2030. In particolare, dal 1° gennaio 2030, tutte le nuove costruzioni private dovranno essere a zero emissioni (ZEB – Zero Emission Buildings). Per i nuovi edifici di proprietà pubblica la scadenza è fissata al 1° gennaio 2028;
- Gli edifici esistenti dovranno migliorare la loro efficienza complessiva e raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e la classe energetica D entro il 2033.
- Divieto di utilizzo di combustibili fossili per il riscaldamento entro il 2035, con l’abolizione di tutti quei sussidi per l’installazione di boiler a combustibili fossili entro il 2024;
- Gli edifici residenziali devono ridurre il consumo energetico medio del 16% entro il 2030, e del 20-22% entro il 2035. Quelli non residenziali il 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.
Questo significa che, in meno di un decennio, milioni di abitazioni private ed edifici pubblici dovranno essere riqualificati per rispettare questi standard energetici.
Una delle domande più frequenti è: “Cosa succede se non si adegua la casa entro il 2030?”. La direttiva approvata dal Parlamento Europeo al momento non prevede sanzioni per chi non si adegua.
Tuttavia, i singoli governi degli Stati membri potrebbero introdurre multe per i proprietari di quegli immobili che non effettuano i necessari lavori di riqualificazione energetica. È importante notare che un intervento sull’immobile non può essere obbligatorio e sanzionabile senza un incentivo statale per la sua realizzazione.
In ogni caso, a partire dal 2030, non sarà più possibile vendere o affittare immobili non conformi alla classe energetica prevista dalla direttiva. Uno dei rischi potenziali è anche la perdita di valore dell’immobile.
Case green, cosa sono e quali vantaggi
Le “case green” come è facile intuire dal nome, sono edifici costruiti oppure oggetto di ristrutturazioni green, con l’obiettivo di renderli altamente efficienti dal punto di vista energetico, riducendo il consumo di energia e l’impatto sull’ambiente attraverso l’uso di tecnologie avanzate e materiali ad alte prestazioni.
Questi edifici si distinguono per le seguenti caratteristiche:
- Emissioni Zero: presentano una domanda energetica molto bassa e non producono emissioni di carbonio in loco da combustibili fossili. Le emissioni operative di gas a effetto serra sono pari a zero o molto basse;
- Energia da fonti rinnovabili: Il consumo annuale di energia primaria è coperto da fonti rinnovabili generate in loco (autoconsumo), nelle vicinanze, o fornite da una comunità energetica;
- Ottimizzazione solare: sono progettate per massimizzare la produzione di energia solare in base all’irraggiamento del sito, permettendo l’installazione di tecnologie solari efficienti.
Edifici di questo tipo, inevitabilmente offrono diversi vantaggi, come:
- Riduzione dei costi energetici nella bolletta della luce;
- Minore impatto ambientale;
- Migliore comfort abitativo;
- Aumento del valore immobiliare di rivendita;
- Incentivi e agevolazioni (se previste dai governi nazionali);
- Contributo agli obiettivi climatici globali.
Le Case Green rappresentano il futuro dell’edilizia sostenibile. Offrendo numerosi vantaggi economici, ambientali e abitativi, queste abitazioni sono un investimento importante per chi desidera contribuire alla sostenibilità ambientale e godere di un maggiore comfort e risparmio energetico.
Case e Risparmio Energetico:quali sono gli interventi previsti?
La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio passa attraverso alcuni interventi mirati, come l’installazione di:
- pannelli solari;
- pompe di calore.
Gli Stati membri dovranno eliminare le caldaie a combustibili fossili entro il 2035 e abolire i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili dal 2025, incentivando il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili.
L’installazione di sistemi di energia solare sarà obbligatoria per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti, e sarà progressiva dal 2026 al 2030 (a condizione che sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile), con strategie nazionali per dotare anche gli edifici residenziali di impianti fotovoltaici.
Inoltre, la direttiva stabilisce anche che tutti i nuovi edifici negli Stati membri dell’UE dovranno essere “Solar-Ready”. Ciò significa che devono essere già progettati per ospitare sistemi fotovoltaici o termici solari sui loro tetti. L’installazione di sistemi di energia solare diventerà la norma per le nuove costruzioni.
La direttiva case green rappresenta una sfida importante ma anche un’opportunità per migliorare la qualità della vita e l’efficienza energetica di abitazioni private ed edifici pubblici.
Adeguarsi alle scadenze e implementare le misure necessarie può sembrare un compito arduo, ma i benefici a lungo termine sono innegabili.
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