Caldaia a pellet 2024 e conto termico, quali agevolazioni?

caldaia a pellet

Nel panorama energetico attuale, la caldaia a pellet rappresenta una soluzione sempre più apprezzata per il riscaldamento, grazie all’efficienza e al minor impatto ambientale rispetto alle tradizionali caldaie a gas.

L’interesse per questo tipo di caldaia è cresciuto significativamente trainato dalla necessità di soluzioni energetiche più sostenibili. Il valore della caldaia a pellet è amplificato anche dalle agevolazioni offerte dal Conto Termico.

L’incentivo riguarda infatti anche la sostituzione delle Caldaie con apparecchi alimentati a biomassa per PA, imprese e Privati. Vediamo insieme come funziona e cosa serve per accedere.

Come funziona il Conto Termico per caldaia a pellet?

Chiariamo innanzitutto un punto fondamentale, ovvero “Quali caldaie rientrano nel conto termico?”. Solo le Caldaie a Biomasse, ovvero quelle che generano energia prodotta dalla combustione delle biomasse, invece che da gas, gasolio o gpl.

Il Conto Termico è un incentivo introdotto dal Governo per promuovere l’efficienza energetica sia negli edifici pubblici che in quelli privati. L’obiettivo è ridurre le spese energetiche e aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, come quella derivante dalle biomasse, di cui il pellet è un esempio.

L’incentivo prevede un rimborso fino al 65% del costo di acquisto e installazione di caldaie a pellet per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.

Chi può richiedere il rimborso? Privati, condomini, imprese, Pubbliche amministrazioni. La richiesta al GSE può essere fatta entro 60 giorni dalla conclusione dell’ intervento, attraverso due modalità:

  1. direttamente dal soggetto che ha sostenuto le spese di intervento e che dispone dell’edificio/unità immobiliare su cui è stato realizzato;
  2. attraverso una ESCo (Energy Service Company), come iQuadro, con cui è stato stipulato un contratto di servizio energia o di prestazione energetica (come nel caso delle PA).

Tuttavia, per ottenere questo incentivo è necessario soddisfare requisiti specifici. Vediamo meglio quali sono nel prossimo paragrafo.

Conto Termico e requisiti della caldaia a pellet

Una caldaia a pellet può accedere all’incentivo del Conto Termico innanzitutto se rientra in un progetto volto a migliorare le performance energetiche di un edificio.

L’agevolazione è disponibile per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento (es. caldaia a gasolio, a legna, a biomassa di vecchia generazione, termostufa e termocamino) in edifici esistenti di qualsiasi categoria catastale, serre e fabbricati rurali con nuovi impianti alimentati a biomassa.

Ecco i requisiti minimi fondamentali da rispettare:

  1. Sostituzione di impianti esistenti: il rimborso fino al 65% si applica solo se l’installazione sostituisce parzialmente o integralmente l’impianto già presente, e non in caso di nuova installazione. La sostituzione parziale è ammessa solo se l’impianto preesistente è dotato di più generatori di calore;
  2. Sistemi di contabilizzazione del calore: obbligatori per impianti con potenza termica utile superiore a 200 kW e per impianti centralizzati a servizio di più edifici e/o unità immobiliari;
  3. Tipologie di caldaie ammesse: caldaie a biomassa di potenza termica nominale inferiore o uguale a 500 kWt; caldaie a biomassa di potenza termica nominale superiore a 500 kWt e inferiore o uguale a 2.000 kW 24;
  4. Certificazione: Devono essere certificate da un organismo accreditato e conformi alla norma UNI EN 303-5 classe 5;
  5. Rendimento: le caldaie con una potenza termica nominale inferiore o uguale a 500 kWt devono avere un rendimento termico utile non inferiore a 87 + log(PN), dove PN è la potenza nominale. Quelle con una potenza termica nominale superiore a 500 kWt e inferiore o uguale a 2.000 kWt, invece, un rendimento termico utile non inferiore all’89%;
  6. Emissioni: le emissioni in atmosfera devono rispettare i limiti indicati nella tabella 15 del DM 16 Febbraio 2016 (Caldaia a pellet: 20 particolato primario – 0,25 CO), certificate da un organismo accreditato secondo la norma EN ISO/IEC 17025 e misurate in sede di impianto;
  7. Accumulo termico: devono essere dotate di un sistema di accumulo termico adeguato a garantire funzione di compensazione di carico per minimizzare i cicli di accensione e spegnimento;
  8. Pellet: deve essere certificato secondo la norma UNI EN ISO 17225-2 e rispettare le condizioni e la classe di qualità per cui il generatore è stato certificato, oppure deve appartenere a classi di miglior qualità rispetto a questa.

Questi requisiti garantiscono che le caldaie a biomassa siano efficienti e rispettino gli standard ambientali necessari per ottenere gli incentivi.

Caldaie pellet: spese ammissibili per accedere al Conto Termico

Le seguenti spese sono le uniche ammesse per il calcolo dell’incentivo e devono essere riportate nelle fatture:

  • Smontaggio e dismissione: rimozione parziale o totale dell’impianto di climatizzazione invernale esistente;
  • Fornitura e Posa in Opera: tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, inclusi i sistemi di contabilizzazione individuale;
  • Opere Idrauliche e Murarie: necessarie per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale preesistente;
  • Interventi sulla Rete di Distribuzione: compresi sistemi di trattamento dell’acqua, dispositivi di controllo e regolazione, e sistemi di emissione;
  • Prestazioni professionali: Connesse alla realizzazione dell’intervento.

Le spese ammissibili includono l’IVA, se costituisce un costo, e il trasporto, che fa parte della fornitura. È fondamentale che l’installazione o la sostituzione della caldaia a pellet sia eseguita da tecnici qualificati e abilitati. Questi professionisti forniranno la documentazione di fine lavori conforme alla legge, da inviare al GSE.

Caldaia a pellet e conto termico: quali fattori incidono sull’incentivo

Come calcolare l’importo del conto termico? Per capire come viene calcolato l’incentivo per le caldaie a biomassa, bisogna tener presente quali sono i principali fattori che incidono su di esso:

  • Potenza della caldaia: questo è il primo elemento da considerare. Se la potenza nominale dell’impianto è superiore a 35 kW, l’incentivo viene pagato in 5 rate annuali. Per potenze inferiori o uguali a 35 kW, se l’incentivo è uguale o meno di 5.000 euro, viene dato tutto in una volta. Se supera i 5.000 euro, viene diviso in due rate annuali;
  • Zona climatica: l’Italia è divisa in 6 zone climatiche, dalla più calda (Zona A) alla più fredda (Zona F). Ogni zona ha un coefficiente di utilizzo diverso che influisce sull’importo totale dell’incentivo. Più fredda è la zona, più alto è l’incentivo;
  • Valorizzazione dell’energia prodotta: Questo coefficiente dipende dalla potenza della caldaia. Più alta è la potenza, più basso è il valore per ogni kilowattora termico prodotto;
  • Emissioni di polveri: Questo coefficiente varia in base al livello di emissioni della caldaia. Le caldaie a pellet con emissioni più basse ricevono un coefficiente premiante più alto, il che si traduce in un incentivo maggiore.

In sintesi, per calcolare l’ammontare dell’incentivo annuo per una caldaia a biomassa come quella a pellet, bisogna moltiplicare la potenza nominale dell’impianto per il coefficiente di utilizzo della zona climatica, per il coefficiente di valorizzazione dell’energia prodotta e per il coefficiente premiante per le emissioni di polveri.

Questi elementi combinati determinano quanto si può ottenere dal Conto Termico per il proprio impianto.

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