Bonus transizione 5.0, quali vantaggi per le imprese?

transizione 5.0

Il Bonus Transizione 5.0 rappresenta una misura innovativa volta a incentivare la transizione green e digitale delle imprese italiane.

Con la pubblicazione del Decreto attuativo, il Piano di Transizione 5.0 (di cui l’articolo 38 del Decreto Legge 2 marzo 2024 n.29 convertito, con modifiche, dalla Legge 29 aprile 2024, n.59) prenderà finalmente avvio.

Questo piano, valido per il biennio 2024-2025, mira a sostenere le aziende italiane che effettuano interventi di ristrutturazione e innovazione, con investimenti in strutture produttive volte anche a ridurre i consumi energetici.

Come incentivo, le imprese riceveranno un credito d’imposta proporzionale alla spesa effettuata, con la possibilità di ottenere un ulteriore incentivo per gli impianti fotovoltaici. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali benefici può apportare alle imprese.

Cos’è il Bonus Transizione 5.0?

Il Bonus Transizione 5.0 è un incentivo fiscale, dall’ammontare complessivo di 6,3 miliardi di euro, che rientra nel cd. Piano di Transizione 5.0. È destinato a tutte quelle imprese che investono in progetti di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, effettuati dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025.

Nello specifico, si tratta di un credito d’imposta che varia dal 45% al 63% delle spese ammissibili, incentivando interventi che portino a una reale riduzione dei consumi energetici e una modernizzazione dei processi produttivi. L’agevolazione sarà disponibile per imprese di ogni dimensione e settore produttivo.

Quasi 13 miliardi di euro il totale delle risorse disponibili. Di questi, 6,4 miliardi provengono dalla legge di bilancio 2024 e 6,3 miliardi dalla riprogrammazione del PNRR.

Quali sono gli obiettivi di questa misura?

 

  1. Riduzione dell’impatto ambientale: favorire l’adozione di tecnologie che riducano le emissioni di CO2 e migliorino l’efficienza energetica;
  2. Digitalizzazione: promuovere l’adozione di soluzioni digitali avanzate per ottimizzare i processi produttivi;
  3. Competitività: aumentare la competitività delle imprese italiane attraverso l’innovazione e la sostenibilità.

Il Decreto Attuativo definito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze,  pubblicato a fine luglio 2024 rende effettivo il programma di Transizione 5.0.

Tuttavia, il Bonus 5.0 è retroattivo. Vale a dire che anche gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2024 saranno eleggibili per il credito d’imposta. Ma dovranno essere completati entro la fine del 2025. Mentre la documentazione che certifica la spesa deve essere presentata entro il 28 febbraio 2026.

Analizziamo adesso gli aspetti cruciali del Piano Transizione 5.0: chi può beneficiare dell’incentivo, aliquote e spese ammissibili, e quando si può ottenere l’ulteriore maggiorazione sugli impianti fotovoltaici.

Piano Transizione 5.0: quali benefici per le imprese

Il programma di transizione per l’industria 5.0 2024 offre svariati vantaggi alle imprese italiane che decidono di investire in tecnologie avanzate e sostenibili, soprattutto nei termini di risparmio energetico e competitività. Ma anche di reputazione aziendale, che ne esce inevitabilmente migliorata, diventando una leva importante per attrarre nuovi clienti e investitori.

Ma sono senza dubbio i vantaggi fiscali che il Bonus Transizione industria 5.0 e il credito d’imposta offrono ad avere un peso significativo.

Le aliquote dei crediti d’imposta sono modulate in base alla riduzione dei consumi energetici conseguita e all’entità dell’investimento. Ecco in che misura sono riconosciute:

a) Per una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva dal 3% al 6% o, alternativamente, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento dal 5% al 10%:

  • 35% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 15% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 e fino a 10 milioni di euro;
  • 5% del costo per la quota di investimenti oltre i 10 milioni e fino al limite massimo di 50 milioni di euro annui per impresa beneficiaria.

b) Per una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva dal 6% al 10% o, alternativamente, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento dal 10% al 15%:

  • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 10 milioni e fino al limite massimo di 50 milioni di euro annui per impresa beneficiaria.

c) Per una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva superiore al 10% o, alternativamente, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento superiore al 15%:

  • 45% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 25% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 e fino a 10 milioni di euro;
  • 15% del costo per la quota di investimenti oltre i 10 milioni e fino al limite massimo di 50 milioni di euro annui per impresa beneficiaria.

È essenziale determinare il consumo energetico iniziale dell’impresa (ex ante) per valutare i benefici derivanti dagli investimenti agevolati (ex post).

La riduzione dei consumi energetici è una precondizione necessaria per ottenere il bonus, confrontando le prestazioni energetiche tra la situazione iniziale (ex ante) e quella finale (ex post). La valutazione delle prestazioni energetiche avverrà in questo modo:

  1. Imprese attive da oltre 12 mesi: Prestazioni determinate direttamente dai dati disponibili o tramite stima basata su dati tracciabili.
  2. Imprese attive da 6-12 mesi: Prestazioni determinate dai dati annualizzati.
  3. Nuove imprese: Prestazioni basate sui consumi energetici di beni similari già presenti sul mercato.

L’aliquota del credito d’imposta diminuisce con l’aumentare dell’investimento, favorendo così le PMI rispetto ai grandi gruppi.

Industria 5.0, chi può accedere alle agevolazioni e interventi ammissibili

Possono accedere all’agevolazione tutte le imprese residenti nello Stato Italiano, include le organizzazioni stabili di soggetti non residenti purché all’interno del confine nazionale, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico, dalla dimensione e dal regime contabile adottato.

Tra gli investimenti oggetto di incentivo, possono rientrare beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio di impresa, di cui agli allegati A e B annessi alla Legge di Bilancio 2017 (L. 232/2016) (es. macchinari, robot, software digitali green ecc…).

Nel dettaglio sono agevolabili:

  • Installazione di impianti fotovoltaici (purché i moduli siano prodotti in Europa).
  • Interventi di ristrutturazione energetica degli edifici aziendali;
  • Implementazione di sistemi di gestione intelligente dell’energia;
  • Investimenti in beni finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e destinata all’autoconsumo (eccetto le biomasse);
  • Spese in attività di formazione destinate ad acquisire o consolidare le competenze tecnologiche rilevanti alla transizione digitale ed energetica della produzione;
  • Innovazioni tecnologiche volte alla riduzione dei consumi energetici.

Qualunque sia il progetto di innovazione è stabilito che debbano ridurre i consumi energetici della struttura produttiva nel complesso di almeno il 3%. Oppure, in alternativa, comportare una riduzione non inferiore al 5% dei consumi dei processi interessati dall’investimento.

Qual’è la spesa massima ammissibile?

Gli investimenti relativi ai progetti di innovazione sono agevolabili fino a un limite massimo complessivo di costi ammissibili pari a 50.000.000 Euro annui per ciascun soggetto beneficiario, riferiti all’anno di completamento dei progetti di innovazione. Questo incentivo non è cumulabile con il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica del Mezzogiorno.

Ecco alcune domande frequenti in merito alla misura:

Cosa prevede la Transizione 5.0?

La Transizione 5.0 prevede un pacchetto di misure volte a supportare le imprese nel processo di digitalizzazione e sostenibilità. Gli interventi ammissibili spaziano dalla ristrutturazione energetica all’implementazione di tecnologie innovative.

Come funziona la Transizione 5.0?

Le imprese che intendono beneficiare del Bonus devono prima inviare telematicamente al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) una comunicazione con la descrizione del progetto e il costo, insieme a una certificazione preliminare da un valutatore indipendente, attestante la riduzione dei consumi energetici. Il GSE verifica la documentazione e trasmette mensilmente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy l’elenco delle imprese e l’importo del credito prenotato.

Le imprese devono poi dimostrare l’esecuzione degli ordini e pagare un acconto di almeno il 20% del costo degli investimenti entro 30 giorni dalla prenotazione del credito, pena la decadenza del beneficio. Devono anche inviare comunicazioni periodiche sull’avanzamento degli investimenti per determinare l’importo del credito utilizzabile. Infine, devono comunicare il completamento degli investimenti e il conseguimento del risparmio energetico, corredato da una certificazione finale da un valutatore abilitato.

Quando esce il decreto attuativo Transizione 5.0?

Il decreto attuativo per la Transizione 5.0 è uscito alla fine del mese di luglio del 2024. Questo decreto fornisce le linee guida dettagliate per l’accesso ai benefici fiscali e stabilirà i criteri specifici per la valutazione dei progetti.

Le domande dovranno essere inviate tramite una piattaforma che verrà aperta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Saranno considerati validi come acconto del 20% anche i pagamenti effettuati nel 2024, purché avvenuti prima dell’apertura del portale.

Transizione 5.0 e fotovoltaico: cosa c’è da sapere

Un punto centrale del Bonus Transizione 5.0 è l’incentivazione all’installazione di impianti fotovoltaici. La sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica sono pilastri fondamentali del piano, mirati a ridurre l’impatto ambientale e aumentare l’efficienza energetica delle industrie, in linea con gli obiettivi dell’European Green Deal.

Il piano prevede investimenti significativi nelle rinnovabili, con risorse dedicate all’autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili (biomasse escluse), oltre che alla formazione.

Dei 6,3 miliardi di euro totali, 3,78 miliardi sono destinati ai beni strumentali, 1,89 miliardi all’autoconsumo e autoproduzione, e 630 milioni alla formazione, suddivisi equamente per i due anni.

Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, l’incentivo è riservato a quelli ad alta efficienza basati su pannelli prodotti negli Stati membri dell’Unione Europea con un’efficienza minima del 21,5%. È prevista una doppia maggiorazione del:

  1. 120% per moduli con celle che raggiungono un’efficienza del 23,5%;
  2. 140% per moduli bifacciali ad etero-giunzione di silicio o tandem con un’efficienza del 24%.

Dunque, l’incentivo può arrivare fino al 63% del costo (45% di aliquota massima del Transizione 5.0 più il 140% di maggiorazione della base imponibile). La maggiorazione si applica solo agli impianti fotovoltaici, non ai beni strumentali o alla formazione. Inoltre, non si limita ai moduli, ma si estende all’intero costo dell’impianto fotovoltaico.

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