Il revamping è un argomento molto attuale nell’ambito delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Ma perché è così importante?
Quando si lavora con impianti e macchinari è fondamentale conoscerne il ciclo vitale, per far sì che la produzione rimanga sempre efficiente.
Il revamping si inserisce proprio in questo discorso, perché rappresenta un intervento di ammodernamento e ristrutturazione.
Perché il revamping è utile?
Con questo tipo di operazione sarà possibile mantenere la produzione costante, o addirittura aumentarla, senza necessità di cambiare gli impianti.
A chi affidarti per il revamping del tuo impianto fotovoltaico?
Affidati ai professionisti di iQuadro e approfitta degli incentivi del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per il revamping degli impianti.
Continua a leggere per approfondire il tema del revamping e perché è opportuno farlo.
Revamping: cosa significa?
Il termine revamping, dall’inglese ‘’to revamp’’ ovvero rimodernare, rinnovare, viene utilizzato in ambito industriale per indicare l’operazione di rifacimento e ristrutturazione degli impianti.
A cosa serve il revamping?
Lo scopo è quello di allungare il ciclo di vita dei macchinari nell’ambito del processo di produzione.
Più nello specifico, il revamping consiste nel sostituire il ‘’cuore’’ di un macchinario industriale con soluzioni più all’avanguardia.
I processi tecnologici obsoleti vengono sostituiti con tecnologie moderne, che determinano maggiore risparmio, sicurezza e produttività.
Ma quali sono i benefici di questi interventi?
Nel dettaglio, i vantaggi ottenuti dalle operazioni di revamping riguardano:
- Riduzione dei costi di produzione;
- Aumento della produttività dell’impianto;
- Sicurezza del personale.
Non bisogna tralasciare, inoltre, un aspetto importante che riguarda i costi. Un intervento di ripristino di impianti industriali già esistenti è molto meno costoso di un progetto totalmente nuovo.
In più, nel caso di interventi su edifici condominiali, sarà possibile usufruire degli incentivi fiscali a disposizione.
Dopo aver analizzato l’origine del termine revamping, cos’è e che vantaggi porta, entriamo più a fondo nel mondo del revamping fotovoltaico.
Come funziona il revamping fotovoltaico
L’obiettivo del revamping fotovoltaico è quello di evitare le perdite di produzione e ‘’ringiovanire’’ impianti che hanno, a volte, più di 10 anni.
Degli impianti fotovoltaici presenti in Italia, la maggior parte sono stati installati entro l’ultimo anno di applicazione (il 6 luglio 2013) del programma europeo di incentivazione, il Conto Energia.
Oggi, però, il Conto Energia non è più accessibile per chi desidera installare un nuovo impianto. Nel 2013, le disposizioni di incentivazione del Conto Energia non sono state più applicate, in quanto avevano raggiunto il tetto di 6,7 miliardi di euro.
Per quanto gli impianti fotovoltaici siano, per definizione, molto longevi, quelli nati con il Conto Energia iniziano, purtroppo, ad avere qualche anno alle spalle.
Inoltre, quando parliamo di lunga durata, ci riferiamo principalmente ai pannelli solari, in quanto altri componenti dell’impianto necessitano di una sostituzione più frequente.
In cosa consiste, dunque, il revamping?
Tutte le attività previste dal revamping non riguardano soltanto la rigenerazione degli impianti fotovoltaici, ma comprendono anche una serie di interventi che è possibile distinguere in significativi e non significativi.
Interventi significativi e non significativi di revamping
Nel 2016 il Gestore Servizi Energetici (GSE) ha definito le linee guida per il revamping, in quanto a manutenzione e ammodernamento tecnologico su impianti fotovoltaici soggetti a incentivi.
Cosa prevedono gli interventi “significativi”?
Gli interventi significativi prevedono:
- Sostituzione, rimozione e nuova installazione dei componenti principali (inverter e moduli);
- Spostamento, anche parziale, dei moduli;
- Modifica regime di cessione in rete;
- Variazione codice identificativo del punto di connessione alla rete.
Se una di queste modifiche viene effettuata su un impianto con potenza superiore ai 3 kW, il proprietario è tenuto a comunicarlo al GSE entro 60 giorni dall’intervento.
Inoltre, questo tipo di interventi non può aumentare la potenza nominale dell’impianto: oltre il 5% per sistemi con potenza fino a 20 kW, oltre l’1% per quelli con potenza superiore a 20 kW.
Cosa riguardano gli interventi non significativi?
Gli interventi non significativi, invece, non prevedono alcuna comunicazione obbligatoria al GSE e riguardano:
- Spostamento inverter e complementi elettrici minori;
- Sostituzioni di parti minori, come i cablaggi;
- Interventi su strutture di sostegno (sia a traliccio metallico che in muratura) che ospitano i moduli fotovoltaici.
Per gli impianti con potenza inferiore a 3 kW, le comunicazioni al GSE non sono richieste, ma i proprietari sono tenuti a rispettare le conformità previste dal Conto Energia di riferimento.
Abbiamo accennato al fatto che non è ammesso un aumento di potenza dell’impianto. In realtà, il motivo è che questa operazione è prevista da un altro tipo di intervento, ovvero il repowering.
Differenza tra revamping e repowering degli impianti
Il repowering fotovoltaico è un intervento finalizzato ad aumentare la potenza nominale dell’impianto. Consiste nell’aggiunta o sostituzione dei componenti.
In questo caso si può parlare di un vero e proprio ampliamento dell’impianto fotovoltaico. Tuttavia, i limiti imposti dal GSE sono gli stessi del revamping.
La differenza è che sono previsti interventi di aumento della potenza oltre le soglie citate, ma il potenziamento non sarà incentivato.
Cosa consente quindi il repowering?
Questo sistema permette di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso durante il giorno, favorendo così l’autoconsumo serale e notturno.
Quando conviene il revamping fotovoltaico?
Effettuare una manutenzione periodica del proprio impianto fotovoltaico è importante per garantirne le buone prestazioni.
Come capire quando l’impianto necessita di manutenzione?
Fai attenzione ai cambiamenti che l’impianto subisce nel corso del tempo:
- Rallentamenti;
- Riduzione costante di produzione energetica;
- Performance inferiori.
A questi campanelli d’allarme si aggiungono, poi, le parti dell’impianto che subiscono danni dal punto di vista “fisico”.
Se noti uno o più malfunzionamenti di questo tipo, allora potresti iniziare a valutare, con l’aiuto di professionisti, un intervento di revamping.
Anche se un impianto fotovoltaico dovrebbe avere una durata intorno ai 20 anni, non bisogna trascurare la potenza e i danni causati dagli agenti atmosferici.
Per questo è importante agire tempestivamente e garantire il costante e corretto funzionamento del tuo impianto.
Ora che hai tutte le informazioni in merito, non resta che affidarti ai professionisti esperti di iQuadro.