La bioplastica come risposta all’inquinamento globale

Cos’è la bioplastica e che ruolo ha nella salvaguardia nell’ambiente? Scoprilo in questo articolo!

La tavola di Agosto del calendario 2022 iQuadro punta i riflettori su uno dei temi più importanti all’interno del grande discorso del rispetto per la natura.

La plastica si è rivelata, sin da subito, estremamente versatile ma, col tempo, è emerso uno dei suoi più grandi handicap: l’inquinamento.

A differenza di materiali come la carta, la plastica non è biodegradabile e il suo smaltimento è estremamente complesso.

Per risolvere questo problema, si è alla ricerca di alternative alla plastica prodotta da derivati del petrolio.

In questo articolo di iQuadro, scoprirai tutto quello che devi sapere sulla bioplastica

Perché la plastica è pericolosa per l’ambiente?

Prodotta da oltre un secolo, la plastica oggi è largamente diffusa in ogni contesto.

In commercio, quasi tutti i prodotti contengono plastica e la cultura del monouso ha totalmente cambiato le abitudini di tutti.

Si stima che circa il 40% delle plastiche prodotte ogni anno, siano utilizzate per prodotti monouso. Il tutto a fronte di un’ingente domanda, basti considerare che nel 2015 sono state prodotte 488 milioni di tonnellate di plastica.

Una delle caratteristiche della plastica è sicuramente la sua resistenza. Pregio che si trasforma rapidamente in difetto.

La plastica non è biodegradabile e una semplice busta impiega più di un secolo a degradare completamente, le varianti più resistenti anche 400 anni.

Ciò, in abbinamento al continuo sversamento di rifiuti, ha contribuito a incrementare l’inquinamento da plastica, con due gravi conseguenze:

  • Le plastiche negli oceani: i fiumi raccolgono i rifiuti depositati sulla terraferma e li trasportano a mare. Questi, una volta catturati dalle correnti oceaniche, viaggiano in tutto il mondo riuscendo a spostarsi addirittura da un continente all’altro;
  • I danni delle microplastiche: i rifiuti depositati in mare sono costantemente sottoposti ai raggi UV. Questi provocano un lento degradamento della plastica in microparticelle, tanto leggere da poter essere trasportate dal vento. In questo modo, le microplastiche riescono a insinuarsi ovunque, raggiungendo anche le vette del Monte Bianco.

La massiccia presenza di plastiche e microplastiche è alla base del disgregamento di numerosi habitat naturali. Diverse specie terrestri e marine sono minacciate dall’inquinamento.

Le tecnologie attuali consentono di produrre materiali con caratteristiche simili alla plastica, fatta eccezione per la biodegradabilità.

Continua a leggere per scoprire di più sulla bioplastica.

Cos’è la bioplastica?

Questo materiale innovativo trova la sua forza nelle sue origini. Anziché derivare dal petrolio, la materia prima è di origine naturale (ad esempio mais o patata), caratteristica che ne facilita lo smaltimento.

La presenza di molecole di natura vegetale rende la bioplastica rispettosa per l’ambiente, ma è importante distinguere questo materiale in due categorie:

  • Plastica biodegradabile: con questo termine si definiscono tutti i materiali plastici capaci di decomporre in maniera assolutamente naturale. Il processo di degrado avviene in tempi relativamente brevi, ad opera di funghi e altri microrganismi;
  • Bioplastica compostabile: in questo caso, il processo di degrado può avvenire esclusivamente nei siti di compostaggio. La caratteristica principale di questo processo chimico è la totale assenza di emissioni nocive come materia di scarto.

La bioplastica rappresenta, dunque, una valida alternativa, ma quali sono i suoi veri benefici? Scoprilo nel prossimo paragrafo.

I vantaggi della bioplastica

Il passaggio a materie biodegradabili e rispettose per l’ambiente contribuisce a salvaguardare la natura in diversi modi, tra cui:

  • Riduzione dei tempi di smaltimento: un prodotto in bioplastica degrada naturalmente in poche settimane, anziché secoli come per le plastiche tradizionali;
  • Abbattimento spesa di gestione rifiuti: il compostaggio su larga scala ha costi nettamente inferiori allo stoccaggio di ecoballe;
  • Economia circolare: con le bioplastiche di scarto si possono realizzare fertilizzanti specifici per l’agricoltura sostenibile;
  • Sicurezza per prodotti alimentari: l’assenza di componenti sintetiche rende questi materiali perfetti per packaging alimentari;
  • Produzione a basse emissioni: la filiera produttiva risulta notevolmente più pulita e rispettosa per l’ambiente.

Le bioplastiche sono parte integrante delle scelte consapevoli e mirate a rendere il nostro pianeta un posto migliore. Molte aziende sostenibili si sono totalmente convertite utilizzando materie prime di origine naturale.

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