Come gestire l’aerazione dei locali pubblici? In questo articolo di iQuadro scoprirai tutto quello che devi sapere a riguardo.
Essenziale per garantire il comfort in tutti gli ambienti e la piena sicurezza agli occupanti di un edificio, la corretta aerazione assume un ruolo cruciale sotto diversi punti di vista.
A differenza dei contesti abitativi, nei luoghi pubblici è necessario seguire regole specifiche. Continua a leggere per saperne di più.
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A cosa serve l’aerazione dei locali pubblici?
Un ricambio d’aria ottimale garantisce:
- Salubrità degli ambienti;
- Migliori prestazioni degli impianti di climatizzazione.
In tutti i contesti in cui sono presenti più persone, diventa necessario fornire il più elevato grado di sicurezza e allo stesso tempo rispettare le norme a essa inerenti sul posto di lavoro.
La recente pandemia ha reso l’aerazione un elemento centrale all’interno del pacchetto di interventi da attuare per il contenimento dei contagi. Gli impianti di aerazione forzata possono rappresentare un’arma a doppio taglio nella prevenzione dei rischi di salute.
I filtri dei sistemi di ventilazione catturano polvere e batteri, impedendone l’afflusso verso gli ambienti interni, ma allo stesso tempo una manutenzione non ottimale può favorire la diffusione degli agenti patogeni nell’aria.
Le norme in materia stabiliscono gli standard di sicurezza da adottare in tutti gli ambienti chiusi. Scoprile nel prossimo paragrafo.
La normativa sull’aerazione dei locali pubblici
La legge UNI 10339 comprende il quadro normativo di riferimento, stabilendo le direttive generali sul miglioramento degli ambienti chiusi, con un’attenzione particolare alla gestione dell’aerazione.
La norma riguarda in generale tutti gli ambienti chiusi, indipendentemente dalla destinazione d’uso e chiarisce che gli impianti di ventilazione forzata devono soddisfare i seguenti requisiti:
- Immettere aria dall’esterno seguendo il fabbisogno dell’edificio in base alla tipologia (commerciale, residenziale o industriale);
- Filtrare costantemente il flusso d’aria proveniente dall’esterno e il ricircolo interno;
- Gestire la movimentazione d’aria a una velocità controllata.
L’aerazione forzata dei locali pubblici deve, inoltre, essere in grado di ridurre la concentrazione nell’aria di diversi agenti inquinanti, tra cui:
- Particolato;
- Monossido di carbonio;
- Biossido di zolfo;
- Ozono;
- Piombo.
Ciò è possibile grazie a una manutenzione puntuale e precisa, effettuando periodicamente la pulizia dei filtri e la sanificazione.
Per rimuovere efficacemente batteri e impurità, l’aria condizionata nelle scuole e negli edifici pubblici va abbinata a un impianto di trattamento dell’aria. Continua a leggere per scoprire le sue caratteristiche.
Da cosa sono composti i purificatori d’aria per scuole e uffici?
Anche definite unità di trattamento aria, le macchine dedicate alla purificazione dell’aria sono largamente utilizzate in strutture commerciali con grandi volumetrie, ma trovano applicazione anche nei locali pubblici.
Le UTA lavorano in sinergia con gli impianti di climatizzazione e con i sistemi di ventilazione meccanica controllata, fornendo un flusso d’aria pulita e perfettamente equilibrata nei parametri chimico-fisici, ideali per garantire la sicurezza di tutti gli occupanti.
Generalmente, le unità di trattamento aria sono composte da:
- Batterie di scambio: regolano in autonomia la temperatura dell’aria sia in fase di riscaldamento, che in raffreddamento;
- Sezione di umidificazione: gestisce i livelli di umidità, ripristinando i valori ideali;
- Serrande di regolazione: modulano l’afflusso di aria in ingresso e in uscita;
- Filtri: catturano lo sporco e i batteri purificando gli ambienti interni;
- Aspiratori: prelevano l’aria dall’esterno o la estraggono dagli ambienti interni.
Con una buona UTA, il trattamento dell’aria nelle scuole raggiunge elevati standard di sicurezza e garantisce grande comfort in tutti gli ambienti.
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